Come fare a capire se ti stai muovendo verso la tua meta? La tua e non quella di qualcun altr*? La meta che ti sei prefissat* è al sevizio della tua realizzazione, del tuo benessere?
Oppure stai più o meno rispondendo a delle aspettative esterne? A ciò che ti aspetti da te stess*, a un’immagine che hai di te, ciò che ti senti in dovere di fare, magari. O forse sei spint* dal senso di colpa? Stai seguendo un copione già prestabilito, i cui passi sono (più o meno): terminare gli studi, ricerca di un lavoro (possibilmente di tuo gusto), mettere su famiglia? Chi ha scritto quel copione? Lo hai scritto tu, o l’hai ricevuto come se fosse una “legge” della vita? Magari semplicemente non ti sei mai post* il problema. Poi però un giorno ti senti stran*. Forse apatic*, demotivat*, prigionier*. Delus* dalla vita. Ti chiedi: “É tutto qui? Pensavo ci fosse dell’altro…” -- Rispetto alle scelte importanti che si fanno nella vita, credo che la persona che mi ha dato una scossa o, per meglio dire, che mi ha completamente stravolto la vita, sia stata la mia prima prof di filosofia al liceo. Ricordo come fosse ieri la lezione: venerdì mattina, prima ora, un’ora di lezione prima di andare a fare educazione fisica. La ricordo dire: “Ragazzi voi dovete vivere. Non sopravvivere. Potrete fare qualsiasi cosa, ma se la farete con filosofia sarà completamente diverso”. “Fare con filosofia”, ovvero comprendendo il senso di quella scelta e di quell’azione. Aveva ragione. Credo che quel giorno il mio copione prestabilito sia andato in fumo. La filosofia fa riflettere sul senso delle cose, sui tuoi perché e sul senso del tuo essere qui. Fondamentalmente la questione è interrogarsi, mettere in discussione, non dare tutto per scontato. Agisco perché si fa così, o perché ci credo? Perché risponde a un mio bisogno profondo, o perché lo fanno tutti? Mettere in discussione il copione è scomodo. Il copione ti dà tranquillità e sicurezza. Ma se seguendo il copione ti allontani troppo dalla tua strada, dalla tua meta, forse vale la pena metterlo in discussione per disegnare la tua mappa. - Come fare? Per tornare a te stess* e ad interrogarti direttamente, da un lato è utile prendere in considerazione le teorie sui bisogni dell’uomo e dall’altro diventare consapevoli dei condizionamenti che riceviamo dall’esterno (famiglia, amici, società in generale attraverso i modelli che ci vengono venduti per “fighi” e di successo). Per riflettere sulla motivazione (intesa come movente, ciò che ti muove) non si può non parlare della teoria dei bisogni umani di Maslow. Lo psicologo Abraham Maslow nel libro Motivazione e personalità del 1954 propone una teoria della motivazione detta olistico-dinamica in cui presenta una classificazione gerarchica delle motivazioni, a partire da quelle esclusivamente fisiologiche e di base (cibo, acqua, aria, bisogni sessuali, ecc.), per passare poi al bisogno di sicurezza fino a giungere ai bisogni di grado superiore come, per esempio, l'amore e l’autostima. La sua teoria in questi anni è stata discussa, rivista, rielaborata da altri studiosi. (Ed è utile ricordare che probabilmente riflette una cultura prettamente americana della vita e del mondo). È però molto importante perché sposta l’attenzione sui bisogni che ci spingono ad agire. [Negli esempi che seguenti ho modificato i bisogni per renderli più familiari, e soprattutto ho integrato la teoria di Maslow con quella di un altro psicologo statunitense, Marshall Rosenberg (anche nella sua visione le persone fondamentalmente agiscono per soddisfare dei bisogni fondamentali, che condividiamo tutti)]. Facciamo qualche esempio pratico. Procedere seguendo il copione dato, per cui finita l’università cerchi un lavoro appropriato per te è diverso da prendere in considerazione i diversi bisogni in ballo….
Molto probabilmente ce ne sono altri. Ma come immaginerai, prendere in considerazione uno per uno i vari bisogni e verificare che peso e che ruolo hanno per te ti dà un’alternativa concreta (e scomoda) al seguire il copione senza metterlo in discussione. Un’alternativa scomoda, sì, perché come detto seguire il copione è più facile. Ma a lungo andare, se i tuoi bisogni più profondi restano insoddisfatti, anche tu finisci per sentirti così. Insoddisfatt* e in trappola. -- Un’altra questione importante, e da non sottovalutare, è non confondere fra che cosa è una tua responsabilità e cosa no. Fra che cosa è possibile cambiare e che cosa non lo è. Ci sono problemi che riguardano la società o il contesto storico, non te. Es molto banale: il 2020 è stato un anno pesante per molti di noi. Se in questo momento ti senti male, non dipende da te, da scelte sbagliate, o tue inadeguatezze varie. Non sentirti responsabile e colpevole se stai male. Quello che puoi fare è rimettere a fuoco i tuoi bisogni, facendo i conti con la situazione reale e cercando soluzioni alternative che rispondano alle tue necessità. -- Ma torniamo alla motivazione e agli studi su cosa muove l’uomo. Soprattutto negli ultima anni, allo studio dei processi motivazionali umani hanno offerto importanti contributi varie discipline, tra cui l'epistemologia evoluzionistica, la neurobiologia e l’etologia. “Riassumendo, dunque, i fondamenti innati della motivazione umana possono essere rintracciati a tre diversi livelli di funzionamento del cervello, corrispondenti a tre fondamentali tappe dell'evoluzione (creazione di un ambiente interno e di una omeostasi; creazione di un ambiente sociale e dunque di una vita interindividuale; creazione di un ambiente conoscitivo o epistemico, mediato dal linguaggio). A ciascuno di questi livelli appartiene uno specifico tipo di esperienza soggettiva (sensazioni corporee, affetti interpersonali, emozioni estetiche ed epistemiche) e una classe specifica di condizioni di attivazione (stimoli interni all'organismo, stimoli sociali non verbali, stimoli conoscitivi). È a partire da tale base innata che l'esperienza personale di vita (mediata dalla famiglia, dalla società e dalla cultura in cui si dispiega) continuamente articola e sviluppa l'organizzazione delle motivazioni” (cit. Treccani). Insomma attraverso lo studio delle diverse aree del cervello sono stati individuati tre ordini di bisogni che corrispondono alle diverse zone. Dicendolo barbaramente: bisogni fisiologici, bisogni sociali e bisogni legati alla conoscenza. Questo aspetto è molto molto interessante (a mio parere) perché sposta il significato e il ruolo della conoscenza e del bisogno di realizzazione: conoscere non è uno strumento per realizzarsi (per ottenere l’agognato successo, per avere il titolo di studio migliore per ottenere il posto di lavoro migliore): conoscere, scoprire cose nuove è un bisogno in sè. -- Questo ci offre l’aggancio per iniziare a riflettere sul concetto di realizzazione personale e di successo. Che cosa significa infatti realizzare te stess*? Muovendosi fra Aristotele e lo psicologo Carl Rogers, mi verrebbe da riassumerlo così: Far diventare reale, portare nel mondo reale ciò che già sei, ciò che in potenza è già racchiuso dentro di te. Secondo Rogers ogni essere vivente tende a realizzare le sue potenzialità, a crescere e a diventare se stesso. Pensare al mondo vegetale ci aiuta a capire. Come il seme sbuca da terra, cresce, si fa pianta, frutto, e poi seme di nuovo, anche l’essere umano ha bisogno di dispiegare la sua natura, fare sviluppare il suo seme. Sembrano forse metafore un po’ mistiche, ma non è così. È solo che è difficile da spiegare e osservare la natura ci aiuta perfettamente. Proviamo allora a farci aiutare dal concetto di vocazione e fioritura che utilizzano Maura Gancitano e Andrea Colamedici nel corso Tlon Vocazione Fioritura Talento. La vocazione non riguarda ciò che devi fare e tantomeno ciò che sai far bene (quello è il talento). La vocazione è ciò che ti chiama. Ciò che senti è giusto per te. Quando segui la tua vocazione sei sulla tua strada, quella che quando la percorri hai delle sensazioni positive. La strada giusta è quella che quando la percorri ti senti attraversat* dalla sensazione che sia giusta per te. È la strada che senti giusta a prescindere dalla meta. Non la percorri per raggiungere qualcosa ma perché ti piace percorrerla. -- La fioritura personale è una cosa diversa rispetto alla realizzazione al conseguimento di obiettivi esterni. La società dei consumi e della performance ci spinge a credere che saremo felici e realizzati SE e QUANDO otterremo un dato obiettivo. Ad esempio, sarai felice e realizzat* se raggiungerai il successo nel tuo campo. Quando arriverai al top. Ma che cosa è il top? La pubblicità invece ci insegna che: Un uomo sarà più affascinante con un determinata auto. Una donna con un buon trucco, capelli in ordine, un vestito che la valorizzi. In famiglia invece i genitori saranno fieri di noi se e quando avremo raggiunto quella determinata posizione. Ma tu cosa vuoi?? Per quale motivo la tua vita è degna di essere vissuta? Quando ti senti pieno appagato, soddisfatto dentro? Come i dicono i Tlon nel loro percorso, la tua strada è quella in cui stai bene mentre la percorri, non in vista della meta o dell’obiettivo. La pianta sta sempre realizzando se stessa in ogni momento della sua vita: che sia seme, stelo o fiore, è sempre vita pulsante. La pianta è sempre pianta. La rosa è sempre rosa in ogni momento. Ogni momento è importante, è vita che si dispiega pulsante, la rosa in ogni singolo momento sta realizzando se stessa. Così chi è sulla sua strada, in ogni momento sta realizzando se stesso. Come sapere che è la tua strada? Quando sei sulla tua strada provi un insieme di sensazioni positive. Ti senti appagato. Questo non significa che non fai fatica o che sia facile. Significa che ne vale la pena. E invece quando non ci sei (sulla tua strada) provi disagio, malessere. -- Torniamo un attimo a Rogers. Nel suo approccio, nella sua visione, la persona sa cosa è meglio per se e fa in modo di sviluppare le sue potenzialità, nei modi che può. Cerca di farlo anche quando non ha tutto il supporto di cui avrebbe bisogno, ma quando lo trova può finalmente realizzarsi pienamente e al meglio e fiorire. Purtroppo però l’educazione tradizionale va in un’altra direzione. Secondo un altra concezione dell’essere umano, la persona va corretta, "educata" nel senso di programmata per compiere le azioni "migliori" e "giuste" (per chi?). Si pensa che l’individuo non sia in grado di conoscere ciò che è meglio per sé. da parte di chi educa c'è una forte tendenza al controllo e all’esercizio del potere e della manipolazione. Quali sono le forme di manipolazione standard? Di base? Otterrai l’amore e l’accettazione dei genitori se farai “il bravo” Sarai accettato dagli altri se sarai così come ti dice la società. Trovare la propria strada significa anche allora ripulirsi dai condizionamenti esterni. L’educazione che riceviamo purtroppo nella stragrande maggioranza dei casi va in tutt’altra direzione. Non ci sostiene nelle nostre inclinazioni nella comprensione di chi siamo e dei nostri bisogni profondi. Non ci insegna a rispettarci. Ritrovare la propria strada parte anche da questo. Dall'ascolto e dal rispetto di te stess*. Dal legittimare come stiamo e cosa pensiamo. -- Ritrovare la propria strada significa ricollegarsi al proprio centro. Alla propria energia. Ma come? Prenditi del tempo. E prova a rispondere alle domande che hai trovato in queste pagine. Prova a ragionare in termini di bisogni. Se ti serve confrontarti con un elenco dei bisogni puoi andare qui: elenco bisogni Quali sono le tue necessità? Quali sono i tuoi valori? Quali sono le cose importanti nella vita secondo te? È qualcosa che hai ricevuto da altri, oppure riflettono effettivamente qualcosa che conta per te? —- Risorse: Hervè Magnin Quaderno di esercizi per realizzare i propri sogni. Vallardi Marshall Rosenberg Le parole sono finestre oppure muri Edizioni esserci Carl Rogers Potere personale Astrolabio Vacazione Talento Progetto Video corso Tlon
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